Capita...
Capita
in un pomeriggio settembrino.
Capita
che le vie del centro siano imbuto generoso che inconsapevole ti
conduce.
Capita
che vorticando senza meta tra pensieri scompigliati da leggero vento,
il corpo sia
sospinto
a rimbalzare tra la fresca ombra delle vie di pietra, sino al sole
invadente di piazza
Castello.
E'
musica quella che investe,
musica
scomposta di strumenti in prova e per questo affascinanti.
Capita
cosi
che
un basso di corde luminescenti spinga forte con secchiate di giallo
ocra sulle vetrate di
Palazzo
Madama,
è
cosi
che
una chitarra melodica e una batteria, al suo seguito, dondolino
indisturbate e somione con vesti lunghe di colori primari, tra la
frettolosa distrazione.
E'
un Picasso dei più belli quello che si dipinge improvviso
dall'incontro di note apparentate e sontuosa eleganza di mura
cittadine.
Capita,
per
fortuna Càpita,
di
rimanere a ciondolare, in sospensione, vinti dallo stupore di questa
danza
invisibile
agli occhi....
inevitabile
al cuore....
Lenardon
Chiara
Chiara
Lenardo, votata dalla giuria dei docenti, si è classificata al primo
posto, insieme a pari punteggio a Massimo Longo con la poesia 300.
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